Gino Supramonte
Nacqui. Novecentottanta, sereno, figlio di cantastorie e zappaterra, nella bassa che dal Po il Lambro serra ove Emila sugge il Lombardo seno. Nacqui, ma pàrvemi cosa da poco: per questo non scrivo chi sono e fui, ma favoleggiando il destino altrui nutro Calliope d’inclito foco. Più volte il volto allora giovinetto detersi alle sorgenti d’Elicona…