Manifesto 3

La letteratura oggi è egoista, solitaria, pericolosa.

Si sfogliano pagine silenziose che sussurrano a orecchie disattente e menti rielaborartici cambiano i significati a loro piacimento. Si mescola il proprio io, la propria vita, con quella della lingua. È bello, eccitante, dà alla testa, ma è un lavoro egoista, irresponsabile, noncurante, pericoloso.

Si scrive sempre da soli. Si mettono insieme parole di altri imponendo loro una firma: quella dell’autore, unico sedicente demiurgo. È un falso. Nessuna mente creatrice individuale, ma il Dio linguaggio che opera attraverso molte bocche: l’autorialità, il diritto d’autore, le royalties sono appropriazioni indebite.

Egoista, solitario, irresponsabile, noncurante, pericoloso è lo scrittore. Egoista è il lettore.

Si legge sempre da soli. Si ritaglia il tempo fra un impegno e l’altro, concedendosi brandelli di eccitanti fantasie dentro la degradante e meccanica quotidianità. Si aspira all’infinito del sogno e dell’immaginazione: non si ha altro che artifici più o meno ben costruiti. Ci si crede potenti: si rimane paralizzati nel vuoto della ripetitività. Ogni parola letta regala l’illusione di uno squarcio nella rete, la promessa dell’eternità. Il mondo costruito dal lettore è un velo che nasconde la sua atrofia.

Fuori, nel mondo abitato dalle cose viventi, fuori da questa pagina e da questo schermo, fuori dall’informazione, esistono la vita, la realtà, la passione autentica. Esistono la sofferenza di ogni uomo perduto sulla terra, la gioia impareggiabile, esistono gli dei viventi nelle vene degli uomini. Nella letteratura fatta di carta, nei computer, c’è la morte delle coscienze, l’obnubilamento d’ogni passione. C’è la finzione di un dolore, della gioia. C’è il dio bastardo delle scritture, delle guerre, delle crocifissioni, dei roghi, del terrorismo.

La letteratura è veleno!

Io voglio un mondo epico. Voglio che il Verbo torni a vibrare vivo di bocca in bocca nelle narrazioni. Voglio la consapevolezza di uno sguardo, di un’azione concreta, di una lotta e la condivisione del suo significato puro.

La letteratura oggi, invece, non condivide idee, lotte, narrazioni, ma stigmatizza, isola, astrae, deforma, uccide.

La letteratura è un veleno potente, capace di nascondere i destini, confondere i livelli di realtà, distruggere i sogni.

Io voglio che la letteratura sia nuovamente letame! Voglio che concimi le idee e non le cristallizzi in un nulla apocalittico o in una vuota ricerca della felicità.

Ma la letteratura oggi è egoista, irresponsabile, noncurante, solitaria, pericolosa.

Cosa sarà la letteratura domani?

 

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